Un profondo sentimento di religiosità contraddistingue da sempre la civiltà contadina della Pianura Veronese. Ne è prova concreta e tangibile la fitta presenza di edifici di culto divenuti un tratto peculiare del paesaggio rurale e dei centri urbani del territorio. Il visitatore che percorre le campagna della Pianura Veronese rimane di certo colpito dalla quantità di chiese, pievi, oratori e monasteri che incontra sul suo percorso. Luoghi di preghiera e di devozione, di aggregazione ed incontro, le chiese fanno parte da sempre di quel gruppo di edifici che costituiscono il cuore pulsante dei comuni, attorno ai quali ruota tutta la vita sociale del paese.
Fin dalla loro origine – intorno all’anno Mille – le comunità rurali della pianura, lontane dalle splendenti cattedrali e dalle grandi chiese dei monasteri cittadini, si dotarono rapidamente di pievi e di chiese per garantire a tutti gli abitanti la possibilità di ascoltare messa e ricevere i sacramenti.
Alcune di queste chiese hanno un’origine antichissima e possono essere considerate dei veri e propri capolavori dell’architettura religiosa in stile romanico, i cui caratteri si affermarono in Italia, con particolare diffusione nel centro-nord, tra XI e XII secolo. Tra gli esempi più caratteristici ricordiamo la chiesa di San Salvaro a San Pietro di Legnago, eretta secondo la tradizione nel 1117 per volere di Matilde di Canossa. Di qualche anno precedente sarebbe invece la costruzione della chiesa di San Zeno a Cerea, anch’essa attribuita all’iniziativa della grande feudataria emiliana. Splendidi anche la chiesa con battistero dedicata a San Giovanni Battista, nei pressi di Bovolone, e il santuario della Madonna di Bastia a Isola della Scala, entrambi databili agli inizi del XII secolo.
Talvolta erano le chiese dei monasteri di campagna ad accogliere tra le loro mura i fedeli provenienti dalle comunità circostanti. A partire dall’VIII secolo infatti la pianura fu “colonizzata” dai monaci benedettini che fondarono diversi enti monastici. Essi affiancarono alla predicazione e alla preghiera il lavoro della terra, disboscando, avviando bonifiche e mettendo a coltura vaste porzioni di terreno. È il caso del monastero di San Pietro e della sua chiesa intitolata alla Beata Vergine delle Grazie (meglio conosciuta con il nome di “Cieson”) in comune di Gazzo Veronese. Il complesso, edificato in riva al fiume Tione e di pertinenza dell’abbazia di San Zeno di Verona fin dall’anno 807, è una delle più antiche costruzioni religiose della bassa Pianura Veronese.
Cappelle, tempietti e oratori sorgevano anche nei pressi delle sontuose corti rurali e delle maestose ville che le ricche famiglie patrizie costruirono al centro delle loro grandi tenute fondiarie. Come la settecentesca cappella di Villa Dionisi, a Cerea, il cui interno in stile barocco si contrappone alla facciata neoclassica con colonne ioniche. Oppure come l’oratorio di San Carlo Borromeo a Villa Fascinato, in comune di Terrazzo, costruito nel 1884 per desiderio di Carlotta Fascinato, che si distingue per gli esterni finemente decorati. Edificate per il culto privato dei loro proprietari, ma spesso aperte anche alle genti del paese o perlomeno alle famiglie che lavoravano presso la dimora del padrone, queste piccole chiese ospitavano arredi ricchissimi e preziose opere d’arte.